Review of The Underliving by DARKROOM MAGAZINE (Italy)

 

PRISCILLA HERNANDEZ

"The Underliving"

 

(Yidneth)

Time: (71:43)

Rating : 9

Abbiamo avuto l'onore di scoprire questa grande artista spagnola e il privilegio di parlarvene verso la fine del 2007, quando la cantante e polistrumentista nativa delle Canarie dava alle stampe, tramite la sua Yidneth, il fortunato "Ancient Shadows", eccellente debutto che di lì a poco avrebbe meritatamente riscosso consensi unanimi e riconoscimenti trasversali. Un esordio quanto mai positivo e capace di lasciare il segno, che ha permesso alla Hernandez di maturare ulteriore preziosa esperienza in special modo sui palchi internazionali, con ben quattro viaggi in terra statunitense, anche al seguito di realtà ai vertici della scena come i Qntal. Se dell'arte di Priscilla, oltre alla grande personalità, ci colpì la grande visione d'insieme, perfetta incarnazione ad ogni livello del suo mondo sognante, emozionale e fatato, con un filo conduttore ben definito tra veste grafica, pathos, testi e musiche, con la nuova fatica tutto questo viene magistralmente portato ad un livello ancor più alto e totalizzante, il che di per sé rappresenta già una garanzia sufficiente per acquistare "The Underliving" a scatola chiusa. Racchiuso in un sontuoso digipak formato DVD, il nuovo concept dell'affascinante Priscilla è un autentico viaggio attraverso il suo fiabesco mondo sospeso fra sogno e realtà, cullato ora da una dolcezza appassionata ed infinita, ora da toni più drammatici e scuri, sempre guidato da un pathos cui nessun cuore saprebbe mostrare indifferenza. Un viaggio che si completa meravigliosamente della sua parte visuale, poiché la Nostra è non solo una musicista dotata e capace, una compositrice di enorme talento e gusto ed una cantante la cui completezza e bellezza della voce toglie il fiato, ma anche e soprattutto una magnifica illustratrice i cui lavori, racchiusi nel sublime booklet panoramico di 52 pagine (che include un codice per accedere, tramite il sito di Priscilla, ad ulteriori contenuti esclusivi), sono la più magnifica riprova del suo estro e di una visione d'insieme davvero rara. È sorprendente vedere come un'artista già così matura e capace ai tempi dell'esordio sia stata in grado di superarsi con tanta forza e concretezza, e tutti i 18 momenti che compongono questi oltre 70 minuti (ampio minutaggio che scorre con estremo piacere e senza il minimo intoppo) di arte eterea ai massimi livelli d'intensità emotiva, realizzati assieme al fidato compagno Héctor Corcín, al violoncello di Biel Fiol e ad una serie di contributi da parte di un piccolo manipolo di ospiti (fra cui l'australiana Louisa John-Krol, punto di riferimento per la stessa Hernandez), sono piccole gemme che splendono ognuna di luce propria. Impossibile non lasciarsi sedurre e rapire dagli intrecci pianistici, dal soffice tappeto percussivo, dal pathos sinfonico degli archi, dalla magica perfezione degli arrangiamenti, dalla leggiadria delle melodie, dalle tensioni teatrali che animano i momenti più scuri e dall'immane beltà di una voce ancor più matura, completa e meravigliosa di come l'avevamo lasciata. Qualche concessione in meno all'aspetto 'catchy' (comunque sempre presente, non senza potenziali singoli, come quella "Off The Lane" per cui è stato girato un bel videoclip, oppure come le ottime "Feel The Thrill" e "Through The Long Way") ed ancor più spazio alle pulsioni dell'anima, per un songwriting che si apre a 360 gradi e si completa di sfumature preziose, senza tradire i propri intenti iniziali. Potete chiamarlo 'ethereal gothic' se volete, persino 'new age' come definizione non dispiace alla stessa Hernandez, ma il motivo per cui "The Underliving" è destinato a lasciare un segno nella storia delle sonorità più fatate è la sua dimensione totalizzante, il suo essere un'autentica esperienza audiovisiva ed emozionale da vivere ad ogni livello, in piena evasione dagli orrori del quotidiano, entrando concretamente in un mondo a parte: quello della sua creatrice, maestra nel piegare le arti alla propria stupenda visione. Un punto fermo per chi ama le sonorità da sogno che negli anni ci hanno regalato etichette come Prikosnovénie e Kalinkaland, da contrapporre con orgoglio a chi non crede che un disco si possa definire opera d'arte al pari di un libro. Sublime.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

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